FUORI REPERTORIO


Il grande viaggio

Una produzione Fondazione Aida

canovacci di Lorenzo Bassotto
con la collaborazione di Marco Zoppello e Roberto Maria Macchi
interpretato da Lorenzo Bassotto, Roberto Maria Macchi e Marco Zoppello
fondale dipinto di Paolino Libralato
costumi di Antonia Munaretti
light design di Claudio Modugno  
maschere di Donato Sartori, Safir, Stefano Perocco, Renzo Sindoca, Roberto Maria Macchi
regia di Lorenzo Bassotto

La scoperta dell’America da parte di un “cafone”, un “vilan”, o come direbbe lo stesso Dario Fo, uno “zanni”, inteso come un popolano un po’ truffatore, scanzonato, ma anche affettuoso e altruista. Non c'è figura migliore dello zanni per raccontare una storia di scoperta, la conquista non tanto di una terra, ma di una coscienza, di una visione più aperta della propria esistenza. Lo zanni, figura base della Commedia dell'Arte è forse il personaggio su cui costruire ogni carattere, una sorta di base di partenza per la creazione di un arlecchino o di un brighella. Questa avventura diventa quindi una visione dal basso della storia alta, un punto di vista inusuale e privilegiato degli avvenimenti che hanno cambiato l'andamento del mondo.

Come Colombo che, convinto di trovare le Indie, scopre le Americhe, noi ci siamo immaginati che il personaggio di Dario Fo, immerso in canovacci e caratteri della Commedia dell'Arte, si ritrovi come novello immigrato nelle terre australi, a contatto con gli aborigeni nativi e lo strapotere colonizzatore inglese. Un parallelo quasi simmetrico con gli avvenimenti americani, con movimenti migratori simili in partenza dal continente europeo e dall'Italia in particolare. Questa inversione di prospettiva crea un ulteriore sbandamento scenico, necessario nella Commedia, che sottolinea in maniera ancor più evidente come la scoperta di una propria “America” sia il sogno da rincorrere per ogni immigrato in cerca di fortuna. E come nel testo di Dario Fo Johan Padan da imbroglione ed egoista diventa un uomo migliore, acquista coscienza della propria maturità e soprattutto del valore inestimabile della libertà, qui i commedianti da ricercatori di fama per sfamarsi ridanno un senso al loro girovagare, al loro mestiere di portatori di sorrisi e buon umore.

Lorenzo Bassotto

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