FUORI REPERTORIO
Rebby - Cronaca di una vita ovale
Una produzione di Fondazione Aida
scritto e interpretato da: Celeste Sartori
adattamento e regia: Lorenzo Bassotto
scene di Lorenzo Bassotto realizzate da Guglielmo Avesani
tecnico audio-luci Matteo Pozzobon
“Rugby is a beastly game played by gentlemen;
soccer is a gentleman's game played by beasts;
football is a beastly game played by beasts.”
Henry Blaha, giocatore e giornalista americano
In scena un uomo solo. Tempo che si aggroviglia come una linea di gesso su se stesso. Una meta da raggiungere, una storia da raccontare, una partita ancora da giocare, ma la palla non è tonda. Rimbalza, veloce scorre di mano in mano, di mischia in mischia tessendo una rete di ricordi, traiettorie imprevedibili che prendono gli ostacoli di petto per sentirne la carne, i muscoli, la forza. Rebby non è solo rugby con le sue regole fitte da infrangere, il terreno da conquistare, le maglie da sporcare. Rebby è la metafora di una vita vissuta nel sacrificio, nell’eroismo, nel contatto, nella lotta. Vita di corsa alle Poste centrali, o ai campi lontani di Belluno e Treviso, vita di liquerizia al cinema e castagnaccio. Una vita di scelte forti in una città che si risolleva dalla guerra e guarda al calcio come liberazione di sofferenze patite. Un calcio per uomini veri.
Ma il rebby non è il calcio.E ha forse una verità più profonda. La palla gira, gira, torna indietro costringe all’adattamento, alla posizione, alla ripartenza, al rispetto. Ma non c’è spazio per nessuna malinconia, nessun rimpianto, nessuna nobiltà nel far coincidere sport e vita. Lo sport è liberazione, veicolo univoco di energie essenziali ed esistenziali, la vita è il suo naturale proseguo, oltre l’ennesima meta.
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